Bianca Pitzorno ha scritto un libro in cui antichi fili si intrecciano per tessere una trama contemporanea: tre racconti brevi e densissimi che parlano d'amore, di paure, gelosie, invidie, timori.
La strega, Maledizione e Profumo nascono da tre oggetti reali e concreti. Il primo è ispirato da una serie di ritratti realizzati da Piero Ventura alla fine del secolo scorso, che raffigurava una giovane contadina della metà del 1600 sopravvissuta a tutta la sua famiglia morta per peste in un casale vicino a Firenze. Il secondo racconto nasce da una tovaglietta di lino ricamata, esposta nella sala etnografica del museo Sanna di Sassari, mentre il terzo si ispira ad un particolare tipo di biscotti la cui ricetta ha scatenato una sorta di faida fra due famiglie di uno stesso paese.
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Appartengo a quella parte dell’umanità – una minoranza su scala planetaria ma credo una maggioranza tra il mio pubblico – che passa gran parte delle sue ore di veglia in un mondo speciale, un mondo fatto di righe orizzontali dove le parole si susseguono una per volta, dove ogni frase e ogni capoverso occupano il loro posto stabilito: un mondo che può essere molto ricco, magari ancor più ricco di quello non scritto, ma che comunque richiede un aggiustamento speciale per situarsi al suo interno. Quando mi stacco dal mondo scritto per ritrovare il mio posto nell’altro, in quello che usiamo chiamare il mondo, fatto di tre dimensioni, cinque sensi, popolato da miliardi di nostri simili, questo equivale per me ogni volta a ripetere il trauma della nascita. Italo Calvino, Mondo scritto e mondo non scritto, Mondadori La madre, l'amore, i ricordi, la malattia che tutto spazza. La fiducia nella letteratura. La vita che nasce e che muore. Corre, salta, sbuffa. Abbraccia, stritola. E sorprende, sempre. [Vita meravigliosa, sempre mi meravigli - P. Cavalli] Vi racconto la mia esperienza di lettura di Tempesta madre. C’è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso degli oggetti, il loro significare peso e perdita. C’è come un rosso nell’albero, ma è l’arancione della base della lampada comprata in luoghi che non voglio ricordare perché anch’essi pesano. […] Da Poesie, Garzanti (2007) Attorno a questo mio corpo stretto in mille schegge, io corro vendemmiando, sibilando come il vento d’estate, che si nasconde; attorno a questo vecchio corpo che si nasconde stendo un velo di paludi sulle coste dirupate, per scendere poi, a patti. Attorno a questo corpo dalle mille paludi, attorno a questa miniera irrequieta, attorno a questo vaso di tenerezze mal esaudite, mai vidi altro che pesci ingrandire, divenire altro che se stessi, altro che una incontrollabile angoscia di divenire […] Da Serie ospedaliera, Il Saggiatore (1969) — Guardi bene la signoria vostra, soggiunse Sancio, che quelli che colà si discoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da vento, e quelle che le paiono braccia sono le pale delle ruote, che percosse dal vento, fanno girare la macina del mulino. — Ben si conosce, disse don Chisciotte, che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disugual tenzone. Detto questo, diede de' sproni a Ronzinante, senza badare al suo scudiere, il quale continuava ad avvertirlo che erano mulini da vento e non giganti, quelli che andava ad assaltare. Ma tanto s'era egli fitto in capo che fossero giganti, che non udiva più le parole di Sancio, né per avvicinarsi arrivava a discernere che cosa fossero realmente; anzi gridava a gran voce: «Non fuggite, codarde e vili creature, che un solo è il cavaliere che viene con voi a battaglia.» Don Chisciotte della Mancia, M. de Cervantes (1605) Leggo sempre più persone affermare che qualsiasi forma di espressione di disagio da parte di un bambino/adolescente è "un'esagerazione". "Lagna" è fra i termini più frequentemente impiegati, in realtà. Qualche coetaneo si sbilancia oltre, empatico: "Ma come è possibile lamentarsi quando ci è permesso di svegliarci cinque minuti prima dell'inizio delle lezioni? Avete qualche problema". Lottare coi mulini a vento è sempre più stancante ma la questione è troppo complessa e importante per gettare la spugna. Proverò a dire la mia, certa in partenza che mi sfuggirà qualcosa.
Nell'inchiesta di Elena Testi, Giancarlo Cerveri, direttore del reparto di psichiatria dell'ospedale di Codogno, dice «Io posso parlare per gli adulti, ma loro sono il nucleo familiare, e quello che vediamo noi è solo la punta dell'iceberg. Nell'hinterland milanese si parla di un tentato suicidio al giorno, un aumento della violenza e dell’autolesionismo». Elena Testi aggiunge: «La malattia mentale corre veloce quanto il virus». Vicari: «Ci sono adolescenti che picchiano i genitori, si tagliano. È come se l'emergenza psichiatrica con il Covid-19 stia avendo un detonatore. È constatato che il 20% degli adolescenti e pre-adolescenti abbia problemi psichiatrici, ma la sensazione è che stiano aumentando.» Vicari parla di un aumento dei ricoveri in psichiatria dei minori dal 20 al 30 percento. Questo è un dato numerico, matematico: perché negarlo? Francamente, a me questo atteggiamento sembra una forma di negazionismo: non so come altro chiamarlo. «La Fondazione Mondino di Pavia ha condotto uno studio su 1649 ragazzi: l’80% ha avuto alterazione dei contenuti del pensiero, stati allucinatori, sintomi dissociativi, stati di agitazione e ansia. Di questi, il 24% ha avuto sintomi acuti mentre il 50% va verso una cronicizzazione della malattia». Leonardo Sacrato, unità operativa di neuropsichiatria infantile del Sant’Orsola di Bologna, aggiunge: «Abbiamo bambini che a 9 e 10 anni riscontrano disturbi alimentari. A 13 e 14 anni hanno smesso di parlare in famiglia, rifiutano il contatto fisico. Sono rimasti per un lungo periodo a contatto con fattori precipitanti che li portano a uno smarrimento». Vicari, Sacrato e Cerveri sono medici. Sono in prima linea nei reparti che gestiscono e stanno lanciando un allarme: perché dovremmo girarci dall’altra parte? Perché vogliamo chiudere gli occhi? Perché negare la catastrofe che si sta profilando sotto i nostri sguardi? Nell’inchiesta citata si parla di bambini che temono di essere diventati ciechi, che non mangiano più, non riescono a mantenersi in piedi, temono di non saper più camminare. Paolo Milone ne «L’arte di legare le persone» (una sorta di diario poetico di uno psichiatra con quarant'anni di attività alle spalle - Einaudi, 2021) ha scritto: «Se non hai mai provato il dolore psichiatrico, non dire che non esiste. Ringrazia il Signore e taci.»
Pare che la questione sia arrivata alle orecchie del ministro Bianchi (meglio tardi che mai, vd. https://www.repubblica.it/scuola/2021/03/24/news/scuola_bianchi_i_problemi_degli_studenti_potranno_durare_nel_tempo_-293623822/) il quale si è reso conto dei danni causati dalla combo chiusure prolungate - mancanza di prospettive future. ("Quando rientreremo?" - "Presto, non so"). Cambierà il vento? Non lo so, non posso che augurarmelo. I fatti sono questi, sono sotto gli occhi di tutti. Non dite che non vi avevamo avvisati.
[Chiedo scusa a Elena Testi per aver pubblicato stralci della sua inchiesta. Vorrei che fosse una lettura obbligatoria per tutti, vorrei che nessuno parlasse più di lagne inutili, di capricci e sciocchezze. Abbiamo bisogno di dialogo, ascolto, supporto.] Recensisco questo libro in collaborazione con BeccoGiallo per l’iniziativa Storia & Memoria: per ripensare il futuro, riflettere sul presente a partire da un passato che troppo spesso sentiamo più lontano del dovuto. La Storia può - deve - essere "possesso per sempre", κτημα εις αει, scriveva Tucidide.
Ringrazio la casa editrice per la disponibilità. Cosa si sa del delitto Moro, del caso Moro? Cosa sappiamo, noi, davvero? Spesso ci limitiamo ad un enunciato singolo: «Fu rapito e ucciso dalle Brigate Rosse.» Perché? Qualcuno provò a salvarlo? Perché sì, perchè no? Abito la Possibilità - una casa più bella della Prosa - più ricco di finestre - E superiore - per porte - Con stanze come cedri - Impenetrabili all’occhio - E per tetto indistruttibile Gli spioventi del cielo - Per visitatori - i più belli - Per lavoro - questo: Divaricare le mie mani sottili Per raccogliere il paradiso *** Portare la nostra parte di notte - La nostra parte di aurora - Riempire il nostro spazio di felicità Il nostro spazio di risentimento Emily Dickinson (1) Qui https://www.facebook.com/museomaxxi/videos/3460772084033849 trovate un’intervista meravigliosa fatta da Chiara Valerio a Francesca Mannocchi durante un appuntamento online di Libri al MAXXI, iniziativa organizzata dal Museo Nazionale delle arti del XXI secolo. (Peraltro un’imperdibile Valentina Lodovini legge alcune pagine di Bianco è il colore del danno, dandone un’interpretazione straordinaria).
«Quando poi i libri sono veramente molto belli, succede questa cosa: tu diventi quello che scrive», dice a un certo punto Valerio. Più in là, Mannocchi aggiunge: «L’esercizio antropologico era far sì che chi legge potesse trovare un pezzettino di qualcosa che gli appartiene». Esercizio riuscito, senza ombra di dubbio: in Bianco ci sono anch’io, lettrice, nipote di una Rita che ha avuto, un tempo, una Singer nera, e per tutta la vita ha cucito e tenuto insieme - una Donna buona che non si è mai lamentata e ha elargito solo e sempre grande Amore e abbracci accoglienti. La mia Rita si chiamava Olimpia, ed è andata via qualche anno fa - ma per me è «sempreviva e sempremorta», «destinata ad un’eternità intima» - e il suo sorriso buono, ricordo felice, mi è stato restituito con immenso garbo dalla penna dolcissima con cui Mannocchi scrive le pagine dedicate alla sua famiglia. Dal 13 febbraio al 14 marzo tutti gli Einaudi Tascabili costano il 20% in meno (ad esclusione dei titoli pubblicati dalla casa editrice nell'ultimo semestre in conformità all'art. 8 della legge 13 febbraio 2020 n. 15). Ecco alcuni dei titoli in promozione (qui, il catalogo completo). (https://www.einaudi.it/campagne/campagna-et/) DISCLAIMER: non ho letto tutti i titoli segnalati in lista; quelli non letti (contrassegnati con asterisco) sono in wishlist / nel carrello (sto approfittando anch’io degli sconti!) La stesura di questa lista ha richiesto l’esame di tutte le 170 pagine del catalogo tascabili. È stato meraviglioso. Contemporanei
Classici
Raccolgo in questo post alcuni spunti di riflessione relativi al percorso di educazione civica che ho realizzato come attività scolastica. Il tema era la questione ambientale: ho provato ad orientarmi nel dibattito culturale, fra scienza (temi scelti: petrolio, agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile) storia (shock petroliferi, guerre del petrolio) e letteratura. Riporto qui le idee legate alla parte letteraria.
C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato. Danilo Dolci (1) «Bisogna ripartire dalla cultura» ha detto Nicola Lagioia in apertura dell’ultima edizione del Salone di Torino, completamente online e gratuita, accessibile in diretta streaming via YouTube. Dalla cultura, dai libri, ginnastica posturale della mente: per pensare la ripresa del futuro, per inventare un modo che ci consenta di smaltire il «moltissimo presente» che stiamo accumulando e che ci sovrasta come una torre pesantissima.
Ripartire. E provare a farlo dalle palestre di futuro, di politica e democrazia: le scuole. Questo l’invito che mi sembra scorra fra le parole di Chiara Valerio, agile divulgatrice, coinvolgente col suo entusiasmo e quell’aria leggera e frizzante da eterna studentessa. «Per me tutto il mondo è scuola, il resto è soltanto un’enorme ricreazione» ha detto durante l’incontro di martedì 9 gennaio con gli studenti del liceo Salvemini di Bari. Recensisco questo libro in collaborazione con BeccoGiallo per l’iniziativa Storia & Memoria: per ripensare il futuro, riflettere sul presente a partire da un passato che troppo spesso sentiamo più lontano del dovuto. La Storia può - deve - essere "possesso per sempre", κτημα εις αει, scriveva Tucidide. Ringrazio la casa editrice per la disponibilità. Un'intera nottata
buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita G. Ungaretti, Veglia |