Raccolgo in questo post alcuni spunti di riflessione relativi al percorso di educazione civica che ho realizzato come attività scolastica. Il tema era la questione ambientale: ho provato ad orientarmi nel dibattito culturale, fra scienza (temi scelti: petrolio, agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile) storia (shock petroliferi, guerre del petrolio) e letteratura. Riporto qui le idee legate alla parte letteraria. 1. Il problema dell’inquinamento e dei rifiuti è al centro della descrizione della città di Leonia in Città invisibili di Italo Calvino. "Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell'estremo crinale, immondezzai d'altre città, che anch'esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta”. Ci è forse possibile accostare questa descrizione di Leoni a quanto leggiamo in Tristi tropici di Claude Lévi-Strauss, in cui si parla di città come cosa umana per eccellenza. 2. Anche Nicola Lagioia in La città dei vivi (Einaudi, 2020) descrive una città (molto umana) sommersa dai rifiuti: Roma, caput mundi, anno 2016: Una città non più invisibile. 3. In La strada di San Giovanni Italo Calvino torna sul tema della spazzatura, scrivendo il saggio La poubelle agréée. Delle faccende domestiche, l’unica che io disimpegni con qualche competenza e soddisfazione è quella di mettere fuori l’immondizia. L’operazione si divide in varie fasi: prelievo della pattumiera di cucina e suo svuotamento nel recipiente più grande che sta nel garage, poi trasporto del detto recipiente sul marciapiede fuori della porta di casa, dove verrà raccolto dagli spazzini e vuotato a sua volta nel loro autocarro. La pattumiera di cucina è un secchio cilindrico in materia plastica di color verde pisello. Per portarla via bisogna attendere il momento giusto, quando si presume che tutto ciò che c’era da buttar via sia stato buttato, cioè quando, sparecchiata la tavola, l’ultimo osso o buccia o crosta è scivolato giù dalla liscia superficie dei piatti, e lo stesso rapido gesto di mani esperte li ha portati uno a uno, i piatti, dopo un primo sommario sciacquo sotto il rubinetto, a incolonnarsi negli stalli del lavastoviglie. La vita della cucina si basa su un ritmo musicale, su una concatenazione di movimenti come passi di danza, e quando parlo di rapido gesto è a una mano femminile che penso, non certo ai miei movimenti stonati e torpidi, sempre d’impiccio al lavoro degli altri. (questo almeno è quanto ho sentito ripetermi lungo l’arco della mia vita da genitori, compagni, compagne, superiori, subalterni e anche ormai da mia figlia. Si sono passati la voce per demoralizzarmi, lo so, credono che se continuano a dirmelo finirò per convincermi che qualcosa di vero ci sia. Invece io resto un po’ in dispare, attendendo il momento di rendermi utile, di riscattarmi). (...) 4. Ci è possibile affiancare a questo testo di Calvino alcuni stralci tratti dal libro Underworld (Einaudi, 2014) di Don DeLillo, in cui viene inserita la figura di Nick Shay, waste manager.
5. Impossibile non inserire in questo incastro di storie Gomorra (Mondadori, 2006) di Roberto Saviano, testo edito nel 2006 da Mondadori in cui viene approfondita la situazione relativa alla terra dei fuochi. I rifiuti sono il principale argomento del capitolo conclusivo di Gomorra. Nella 'scena narrativa' finale, il protagonista, aggrappato al relitto di un frigorifero, oppone una strenua resistenza alla deriva e all’affondamento nel mare di liquami delle discariche campane. (...) Avevo i piedi immersi nel pantano. L’acqua era salita sino alle cosce. Sentivo i talloni sprofondare. Davanti ai miei occhi galleggiava un enorme frigo. Mi ci lanciai sopra, lo avvinghiai stringendolo forte con le braccia e lasciandomi trasportare. Mi venne in mente l’ultima scena di Papillon, il film con Steve McQueen tratto dal romanzo di Henri Charrière. [...] Avevo voglia di urlare, volevo gridare, volevo stracciarmi i polmoni, come Papillon, con tutta la gola che la voce poteva ancora pompare «Maledetti bastardi, sono ancora vivo!». 6. Esiste uno stretto rapporto fra ambiente e società, Saviano lo dimostra perfettamente con la sua denuncia. Questo legame è emerso significativamente negli ultimi tempi, con l'arrivo dell'emergenza pandemica. Ne parla Giorgio Vacchiano, scienziato e ricercatore, nel breve saggio in «Tutto è connesso: lo stretto rapporto tra pandemia, ambiente e società». Nel testo si menziona il concetto di spillover, salto di specie. 7. Spillover è un libro di David Quammen, edito Adelphi nel 2014. Un reportage condotto in Asia, fra animali che possono essere potenziali vettori di pandemie. (…) Nipah, Ebola, SARS, o virus dormienti e ancora solo in parte conosciuti che un piccolo spillover può trasmettere all’uomo. Zoonosi. Quando un patogeno fa il salto da un animale a un essere umano e si radica nel nuovo organismo come agente infettivo, in grado talvolta di causare malattia o morte, siamo in presenza di una zoonosi. «È un termine vagamente tecnico, che a molti riuscirà insolito, ma ci aiuta a inquadrare i complessi fenomeni biologici che si celano dietro gli annunci allarmistici sull’influenza aviaria o suina, sulla sars e in generale sulle malattie emergenti o sulla minaccia di una nuova pandemia globale. Ci aiuta a capire perché la scienza medica e la sanità pubblica sono riuscite a debellare terribili malattie come il vaiolo e la poliomielite ma non altre come la dengue e la febbre gialla. Ci racconta un dettaglio essenziale sull’origine dell’AIDS. È una parola del futuro, destinata a diventare assai più comune nel corso di questo secolo. Ebola è una zoonosi, come la peste bubbonica. Lo era anche la cosiddetta influenza spagnola del 1918-19... Tutti i tipi di influenza umana sono zoonosi. E lo sono anche il vaiolo delle scimmie, la tubercolosi bovina, la malattia di Lyme, la febbre emorragica del Nilo...Spillover. È un concetto diverso dall’emergenza, a cui è comunque collegato. Nell’uso corrente in ecologia ed epidemiologia, lo spillover (che potremmo tradurre con «tracimazione») indica il momento in cui un patogeno passa da una specie ospite a un’altra. È un evento ben localizzato nel tempo: gli spillover di Hendra sono accaduti quando è passato dai pipistrelli ai cavalli (Drama Series) e da questi agli esseri umani (Vic Rail), nel settembre 1994. Uno spillover porta all’emergenza quando un patogeno che ha infettato qualche individuo di una nuova specie ospite trova in questa condizioni particolarmente favorevoli e si propaga tra i suoi membri. In questo senso più ristretto Hendra non è ancora completamente emerso come virus umano, ma è candidato a farlo. Al termine di questa ricognizione letteraria ci è possibile approdare ad un’interessante nuova definizione. Cos’è l’ecocritica? Una disciplina che indaga come sono rappresentati i rapporti tra umano e non umano nelle opere letterarie per risvegliare nel lettore una coscienza ecologica che guidi le sue scelte. La critica del testo s’intreccia con l’etica sociale, la cultura ambientale e l’educazione alla cittadinanza per una visione globale della nostra vita nell’ambiente. (cfr. https://altreconomia.it/leggere-lambiente-un-testo-intervista-serenella-iovino/).
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