Non sarò mai in grado di tradurre in parole la bellezza dei disegni che Anderle ci regala in questo libro. Hanno un calore fuori dal comune, sanno abbracciare il cuore, regalano dolcezza all’anima. E poi sono leggeri, di una leggerezza impalpabile data da un tratto sapiente, raffinato, elegante, pulito. Nei disegni di Anderle Vincent Van Gogh rinasce e rivive, e gli viene restituita con amore e passione la sua straordinaria dignità di grande sognatore. La maggior parte delle persone pensa che Van Gogh sia stata una persona triste, pazza e malinconica. Leggendo le lettere al fratello Theo emerge invece una persona solare che amava la vita. La pulsione creativa di Van Gogh è figlia del suo animo tormentato, costantemente in bilico fra il baratro e il cielo. Dalla sua posizione non ordinaria, però, Vincent guardava meglio il mondo, scandagliandone gli abissi più profondi senza paura, abbracciando la terra tutta con tenerezza, comprendendone contraddizioni e malinconie. Ieri, verso sera, nei boschi, ero intento a dipingere un terreno leggermente digradante, coperto di foglie di faggio secche, quasi polverizzate. Il terreno era di un colore rosso bruno, in alcuni tratti più chiaro e più scuro in altri, e queste sfumature erano maggiormente accentuate dalle ombre degli alberi che le striavano di strisce più o meno cupe, a volte nitide, a volte semisfocate. Il problema consisteva — e l’ho trovato molto difficile — nell’ottenere la giusta intensità di colore, nel rendere la forza, l’enorme compattezza, di quel terreno; e solo dipingendo mi sono accorto, per la prima volta, di quanta luce c’è ancora nel crepuscolo. Io dovevo cercare di conservarla, quella luce, rendendo al tempo stesso lo scintillio e la profondità di tutta quella gamma di colori…. Ti descrivo la natura, e non saprei dire nemmeno io sino a che punto sono riuscito a coglierne un riflesso, nel mio schizzo; tuttavia, so perfettamente che sono stato colpito da quell’armonia di verde, di rosso, di nero, di giallo, di turchino, di bruno e di grigio. Però, per dipingere questo, ho dovuto rompermi la schiena. L’immagine di Vincent Van Love è ricavata dalle bellissime lettere che il pittore scriveva a suo fratello Theo, al quale fu sempre incredibilmente legato. Theo lo amava molto e lo salvò dalla solitudine standogli accanto, con pazienza e premura, assecondandolo nel difficile cammino dell’esistere. Questo splendido rapporto emerge in tutta la sua dolcezza nelle lettere, di recente rivalutate e considerate utili alla descrizione di un personaggio straordinario, coltissimo, sensibile, ambizioso e sfortunato. Nelle lettere emerge l’uomo Vincent, immerso nel presente. Gli scritti del pittore sono la più diretta testimonianza per ricostruirne la biografia, una biografia sulla quale si è sovrapposta una mitologia che spesso può essere «smontata» proprio grazie alle lettere. (1) Van Gogh concentra una serie di riflessioni sull’arte e sulla pittura come pochissimi altri artisti sono stati capaci di fare. Raccontandosi, ci permette di entrare nel suo mondo in punta di piedi, e di capire le intenzioni che stanno dietro e dentro al suo lavoro, gli obiettivi che si è dato, la consapevolezza dei risultati raggiunti e l’insoddisfazione per quelli non ancora centrati. Inoltre, l’autore dimostra anche innegabili capacità di scrittura: sa raccontare e divagare per poi addensarsi in riflessioni raffinate, oppure autoanalizzare la propria condizione, i suoi disagi, anche gli accessi provocati dalla sua malattia mentale, descritti con grande lucidità. Le lettere descrivono la vita, nel suo singhiozzo di difficoltà quotidiane. L’artista visse spesso in condizioni di ristrettezze economiche, costretto a chiedere prestiti al fratello o ad altri parenti. Amava sognare il suo futuro con coraggio, pur essendo spesso costretto a fare i conti con un’esistenza che non gli dava grosse soddisfazioni. Sento in me una tal forza creativa che sono sicuro verrà il giorno in cui sarò in grado di produrre regolarmente ogni giorno cose buone. Passo di rado una giornata senza far niente, ma ciò che faccio non è ancora quello che vorrei. Mi capita tuttavia di provare l’impressione che ben presto sarò in grado di creare opere remunerative, e non mi stupirei se questo accadesse da un giorno all’altro. In ogni caso, sento che la pittura ridesterà ancora, indirettamente, qualcosa in me. Sognava di vivere in una comunità di pittori autogestita: un ambiente frizzante, vivace, colorato in cui poter liberare la fantasia e nutrirsi quotidianamente di creatività. Quando si vive con gli altri e si è uniti a loro da affetto sincero, si è consapevoli di avere una ragione di vita e non ci si sente del tutto inutili e superflui. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per compiere lo stesso cammino come compagni di viaggio, perchè la stima che abbiamo di noi stessi dipende molto anche dai nostri rapporti col prossimo. Per un po’ di tempo visse con Paul Gauguin, ma la loro convivenza fu inevitabilmente danneggiata dall’eccessivo consumo di alcol da parte di Vincent. Quando Gauguin partì per i tropici, Van Gogh cadde in depressione. Iniziò così il terribile periodo vissuto in manicomio, allietato saltuariamente dalle visite del sempre caro Theo. TI scrivo per dirti quanto ti sono grato della tua visita. Quando ti ho rivisto e ho ripreso a camminare con te, ho avuto una sensazione che da tempo non provavo più, come se la vita fosse qualcosa di buono e prezioso da tener caro. Mi sono sentito più vivo e più allegro di quanto non mi sia sentito da molto tempo. Poi, di nuovo, all’improvviso, il baratro. Nel 1889 nacque suo nipote: Theo gli diede il nome di Vincent. Van Gogh ebbe un terribile attacco allucinatorio, si sentiva un peso per la sua famiglia. L’essere, nudo, in tutta la sua tremenda fragilità. Van Gogh morì nel Luglio 1890. Le sue ultime parole furono «Ora vorrei ritornare». Non sei mai andato via, in realtà, Vincent Van Love, perchè sei sopravvissuto nei tuoi quadri straordinari, nelle parole piene d’amore e di vita che ci hai lasciato. Di vita, perchè vivere non significa essere sempre felici, ma accettare il peso di camminare nel mondo alla ricerca della propria meta. D’amore, perchè eri un uomo buono, gentile, saggio e fragile che amava la sua missione, Più ci penso e più mi rendo conto che non c’è nulla di più veramente artistico che amare gli altri. Non vivo per me ma per la generazione che verrà. Grazie a Ernesto Anderle per aver raccontato con infinita maestria questa storia speciale. Non fatevi sfuggire questo libro. Grazie alla casa editrice per avermi fornito una copia del libro.
Fonti e approfondimenti
Descrizione del libro Titolo: Vincent Van Love Autore: Ernesto Anderle Caratteristiche: 144 pp. col, brossura con alette ISBN: 9788833140513 Prezzo 17,00€ La maggior parte delle persone pensa che Van Gogh sia stata una persona triste, pazza e malinconica. Leggendo le lettere al fratello Theo emerge invece una persona solare che amava la vita. Tratto dalle seguitissime pagine Facebook e Instagram di Vincent Van Love, un libro che è un abbraccio sincero, un inno alla forza delle emozioni, una rappresentazione potente della fragilità e della sensibilità umana. http://www.beccogiallo.it/prodotto/vincent-van-love/
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