Vi ho parlato qualche settimana fa dei bellissimi volumi curati da RBA sulle Grandi Donne della nostra storia. Io ne ho letti tre: Maria Montessori, Frida Kahlo e Marie Curie… e ve ne parlo con grande piacere. RBA dedica alle Grandi Donne della nostra storia un’intera collana, per riscoprirne il valore storico e sociale, per non dimenticare le loro uniche battaglie, per lasciarci ispirare dalla loro tenacia. Una collezione di monografie accurate ma semplici, scorrevoli e narrative che raccontano le grandi scienziate, attiviste, avventuriere, scrittrici della nostra storia con dedizione, ci presentano le loro vite, le loro fragilità, le loro passioni. Inseguirono con determinazione i loro sogni. Scardinarono i canoni della loro epoca. Donne di epoche diverse, di diversi ambiti e condizioni, che sfidarono il destino con coraggio e cambiarono il corso della storia per sempre. Le loro vite, tanto appassionanti quanto singolari, sono oggi grande fonte d’ispirazione. È possibile abbonarsi alla collana ad un prezzo eccezionale cliccando su questo link: https://www.legrandidonne.it/?utm_source=ilgrandeteatrodelmondo&utm_medium=influencer Qui riassumo il calendario delle uscite:
Maria Skłodowska nacque nel 1867 a Varsavia. Aveva cinque anni quando, in punta di piedi, cercava di raggiungere i delicati strumenti di fisica che suo padre custodiva in una vetrina. È questa la prima immagine che abbiamo della piccola Maria, curiosa e solare. Ebbe un’infanzia e un’adolescenza difficili, dovute ad una sfortunata combinazione fra le difficili condizioni politiche della nazione in cui viveva e una serie di eventi luttuosi in famiglia.
La Polonia era occupata dai russi dal 1772: era a tutti gli effetti una provincia dell’impero in cui i cittadini non godevano di diritti e non avevano nemmeno una Costituzione. Nonostante questo, nei primi anni della vita di Maria, gli Skłodowski vivevano in un bell’appartamento e trascorrevano l’estate in una villa in campagna: erano una famiglia benestante. Il padre di Maria aveva avuto la possibilità di studiare e dirigeva una scuola secondaria. Un periodo ‘aureo’ che non durò molto: nel 1873 Wladyslaw fu esonerato dal suo incarico perchè le autorità russe avevano scoperto che dava lezioni ai suoi allievi sulle conquiste della scienza polacca (avvenimento che ci fa ben comprendere quale fosse l’atmosfera generale della nazione ai tempi: non si respirava decisamente aria di libertà). Fra il 1876 e il 1878 Maria perse prima la sorella Sofia e poi la madre: entrambi i lutti turbarono la sua giovane personalità. Maria perse la fede, si rifugiò nella conoscenza, nella logica, e capì che lo studio era la sua unica fonte di sollievo. La famiglia viveva sepolta nel lutto. Ma lei possedeva una luce, una speranza, un piccolo paradiso privato che si palesava fra i libri e le formule. Maria concluse gli studi superiori all’età di sedici anni. Sognava di studiare a Parigi e di diventare una scienziata, mentre sua sorella Bronia, alla quale era molto legata, propendeva per medicina. Ormai, purtroppo, la famiglia non disponeva di grandi fondi economici, e pertanto Wladyslaw non poteva assicurare alle figlie il futuro che ambivano. Maria era una ragazza caparbia, disposta a costruire il suo futuro con coraggio e senza alcun aiuto. Iniziò a lavorare per quattordici ore al giorno. Era l’epoca del positivismo: circolavano idee brillanti, e Maria fu travolta dallo spirito d’ottimismo che investì il campo della scienza. Voleva cambiare il mondo, fare storia. Ma la sua era una realtà difficile, e non era ancora riuscita a mettere da parte denaro a sufficienza. Decise così di stringere un patto con sua sorella Bronia: si sarebbero finanziate a vicenda gli studi lavorando, permettendosi così la laurea tanto desiderata. Maria arrivò a Parigi nell’autunno del 1891, sei anni dopo sua sorella, ormai già laureata in ginecologia e ostetricia e sposata con Kazimierz Dulski, anch’egli medico. Fu ammessa alla Sorbona. Esigente e rigorosa con se stessa, Maria temeva il fallimento ma non si rassegnò mai. Nel luglio del 1893 fu l’unica donna a laurearsi presso l’università in fisica: era la numero uno fra i promossi. Aveva ventisei anni. Poco tempo dopo incontrò Pierre Curie, scienziato insegnante presso la Scuola Municipale di Fisica e Chimica Industriale di Parigi. Era un giovane alto dai capelli corvini e dai grandi occhi limpidi, dall’espressione seria e gentile. Parlava piano, lento, riflessivo. L’attrazione fra i due fu immediata. Non solo condividevano la passione per la scienza, ma anche la convinzione che essa si dovesse utilizzare a fini umanitari per migliorare la vita delle persone. Marie Curie dedicò la sua vita all'isolamento e alla concentrazione del radio e del polonio. Marie viveva d’aria, di scienza e poi anche d’amore per Pierre Curie, con cui condivideva la vocazione, il genio, il desiderio di scoprire: tutto ciò che per lei aveva importanza. Come regalo di nozze ricevono due biciclette con le quali girano la campagna. Lui è estasiato da questa donna incredibilmente intelligente, incredibilmente tenace, lei deve occuparsi anche delle cose da donna, nei primi anni del Novecento, di cui lui nemmeno si accorge. Insieme pensano tutto il tempo al radio. “Nonostante le difficoltà delle nostre condizioni di lavoro, ci sentivamo molto felici. Trascorrevamo le nostre giornate nel laboratorio. Vivevamo con un’unica preoccupazione, come in un sogno”. Il sogno finisce nel 1906 con la morte di Pierre, investito da un carro che gli fracassa il cranio. Marie conserva per mesi i vestiti insanguinati, con i pezzi di cervello, e infine li getta nel fuoco del camino, dopo averli baciati. (1) Durante la I Guerra Mondiale, Marie operò come radiologa per il trattamento dei soldati feriti: rese possibili le indagini radiologiche effettuate in prossimità del fronte e partecipò alla formazione di tecnici e infermieri. Nel 1921 si recò con le due figlie negli Stati Uniti per raccogliere i fondi monetari necessari a continuare le ricerche sul radio; ovunque fu accolta in modo trionfale. Nel 1903 arrivò il Premio Nobel per la fisica. Nel 1921 quello per la chimica. Una vita difficile vissuta con umiltà, passione, dedizione e grande amore. Una donna che ha cambiato la scienza per sempre, raccontata con precisione e accuratezza in questo bellissimo volume a lei dedicato. Per non dimenticarne il coraggio, la grandezza e il grande spirito di sacrificio. Fonti (1) Da Il Foglio Link utili per approfondire
Ringrazio RBA Italia per la copia del libro.
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