RP del libro Costanza Sicanie Regina di Sonia Morganti «Era stata sposa, madre, guida, complice, consigliera, governatrice, amica. Era stata una donna in tutte le sue sfumature. Lei era Idda, la terra sempre generosa, potente e salda, in ogni sua stagione.» C’è, quindi, da qualche parte, Idda, lei, il vulcano che domina un’isola accogliente, madre terra, terra madre, la Sicilia. Un re, una regina, un’esercito. Dame di corte, papi e messaggeri. Mani aperte che elargiscono benedizioni. Una città «dalla bellezza sfrontata e deliziosa», indimenticabile panorama, un mare che splende coi suoi «riflessi smeraldini». Profumi e colori che incantano, dolci, lenti. Costanza Sicanie Regina è una danza trobadorica, melodia perduta e ritrovata, un girotondo di personaggi appartenuti ad un tempo lontano che si materializzano come d’incanto fra le pagine. Descritti con puntigliosa attenzione nei minimi particolari, gli uomini e le donne del Duecento emergono con grazia in un girotondo di anime vivaci dal primo all’ultimo rigo, avvolgendo il lettore-viaggiatore in un abbraccio incantato che profuma di «cannella e di zagara», il fiore degli agrumi, figli di quella terra generosa. Costanza Sicanie Regina è l'ultimo romanzo di Sonia Morganti. Racconta la storia di Costanza d’Aragona, «una ragazza tosta, che ha saputo vivere appieno la sua seconda possibilità di vita e di regno», prima moglie di Federico II di Svevia, «bionda signora» dalla bellezza «altera e viva», occhi profondi, sguardo deciso. «La pelle lattea, i capelli chiari raccolti in un’acconciatura raffinata – erano così accesi da renderla simile ai marginalia di un copista particolarmente abile». Costanza nacque più o meno nel 1183. Non abbiamo suoi ritratti, e forse è meglio così. Sonia Morganti lascia che Costanza riviva nella nostra mente attraverso le sue immagini di parole, sempre precise e puntuali. Fu data in sposa al re Emerich nel 1198, a soli quattordici anni. Ebbe un figlio, erede al trono, Ladislao. Dopo la morte prematura (1204) di Emerich, non riuscì a conservare il trono al figlio, già incoronato nello stesso anno. Suo cognato Andràs si impadronì della reggenza e costrinse Costanza a rifugiarsi insieme con il figlioletto Ladislao III presso corte del duca Leopoldo d'Austria. Dopo la morte di Ladislao, avvenuta nel maggio del 1205, quando il bambino aveva solo cinque anni, Leopoldo aiutò Costanza a tornare in patria. Una vita sciagurata, un dolore immenso. Costanza si recò, vedova e affranta, a Sijena, dove sua madre gestiva un monastero. Nel libro è proprio la madre Sancha, ormai monaca, a regalarle una dolcissima profezia di speranza: «Sei ancora giovane, sei colta e bella. Non finirai i tuoi giorni con me… Per te la musica suonerà ancora», e così sarà. Papa Innocenzo III la scelse infatti come moglie di Federico II, undici anni più giovane, da lui sorvegliato perchè ormai orfano. E così Costanza salpò da Genova alla volta della Sicilia con suo fratello Alfonso, verso il nuovo destino che era stato scritto per lei. «Quando le vele si dispiegarono, Costanza sentì allargarsi il cuore. Come nuvole gonfie, invadevano il cielo su di lei. Anzi, lo facevano per lei: il vento che soffiava con lo scopo di condurla al suo destino era l’alito gentile di Dio, che le donava una nuova possibilità.» Ad attenderla, una terra che tutto acquieta, che è persino capace di far svanire le ombre di un futuro incerto. «Il Palazzo Reale abbracciava il mondo con i suoi giardini e poi si ergeva come una corona turrita ed elegante. Dal portone principale, in una pompa ben superiore al suo ruolo, uscì un uomo gobbo che dapprima quasi fece mancare un battito a Costanza. (…) Palermo, ai suoi occhi, aveva già svelato l’aspetto del paradiso.» Le nozze furono celebrate alcune settimane più tardi, perché Federico Il si trovava a Messina al momento dell'arrivo della «sua signora». Le sue prime parole per lei furono dolci e delicate, «Vi chiamate come mia madre. Mi rende più felice avere una Costanza al mio fianco». Con l’evolversi della storia, si evolve, lento ma deciso, il legame fra i due sovrani. Costanza era un punto di riferimento per Federico, vuole esserci, corpo e anima, per non abbandonarlo mai. Aveva la fermezza di chi sa occupare il proprio posto nel mondo, la solida determinazione di una donna caparbia, decisa, madre gentile, moglie attenta, sovrana dalle grandi capacità governative. Rimase al fianco del marito nelle settimane difficili della rivolta calabro-siciliana guidata da Anfuso de Roto e lo accompagnò alla fine del 1209 anche a Catania, dove fu pronunciato il bando nei confronti di Pagano de Parisio, un altro nobile ribelle. Arricchì la corte di musica e bellezza, cultura e meraviglia importate dalla Francia di suo fratello Alfonso. Trovatori e «poeti giovani e di talento». «Quando sostavano in un luogo, Costanza tesseva abili tele diplomatiche incontrando i possidenti mentre Federico, a cavallo, persuadeva con altre armi le milizie locali e la popolazione sui vantaggi dell’obbedienza al legittimo sovrano. La sera, splendenti di oro e seta, consolidavano il risultato tra i canti dei trovatori che erano al loro seguito e sempre si esibivano nei palazzi degli ospiti, come parte della visita delle Loro Maestà.» Fu madre attenta ed amorevole, i suoi gesti commoventi ancora addolciscono il cuore, «Quando la corte era a Messina, aveva lasciato che il figlio Enrico dormisse con lei. Non voleva sentirsi sola e desiderava essergli vicina, come se la sua presenza potesse bastare a proteggerlo dal male che, invece, le aveva strappato Ladislao». Portava nel cuore quello che era stata, non l’aveva dimenticato: il passato le brillava negli occhi assieme alla voglia di costruire un futuro nuovo. Viaggiò a lungo. Palermo, Messina, Norimberga, Hagenau, Roma, Montecassino, Capua, e in ogni dove sostenne il marito, con leggiadra fierezza. Ogni luogo è un tassello di una meravigliosa e affascinante combinazione di vita, e Sonia Morganti non tralascia nemmeno un dettaglio. Paesaggi, boschi, castelli, descrizioni che addolciscono il cuore e gli occhi del lettore. Poi, fra un viaggio e l’altro, la vita che bussa alla porta. «Vi ha punta una zanzara» il re, con gesti circolari, passò un dito bagnato di saliva intorno a un ponfo rosso alla base del collo della regina». Inaspettato e camaleontico, l’inizio della fine. In una cerimonia «la cui armonia era visibile solo dall’alto, dagli occhi del Signore,» che «appariva quasi immota per i corpi effimeri degli umani» Federico venne incoronato imperatore in San Pietro. E Costanza, in perenne, paziente attesa, ricevette il suo diadema, accanto a suo marito. «Era anche il punto di arrivo di un percorso durissimo, a volte disperato, che aveva richiesto lacrime e fermezza, rinunce e sfide.» Con Enrico nel cuore, lo scricciolo frutto del loro amore da cui erano lontani da ormai cinque mesi. «Lei poteva solo scrivere a Enrico lettere piene di tenerezza, come abbracci di inchiostro. Lo faceva anche a nome di Federico, senza neppure bisogno di interpellarlo. E poteva pregare, perché in Ungheria aveva visto cosa accade quando il potere scinde una famiglia.» Dopo Roma - un inizio, una fine - Capua, poi ancora un po’: l’est del regno. «La corte imperiale si muoveva con lentezza, sostando spesso per incontrare i sudditi e i baroni, per visitare le città della costa e dell’entroterra». Sempre accanto a Federico, che aveva bisogno di una donna «vivace e intelligente», benedetta dall’amata omonima madre. Benedetta, nata sotto una buona stella. Ma non abbastanza fortunata. «La mattina del 21 giugno, quando si svegliò, Costanza sentì in bocca un gusto spiacevole, amaro e pastoso. Si alzò per prendere un sorso d’acqua ed ebbe un capogiro.» Lo spettro della morte: la malaria. Il passato che «divora il futuro» e falcia per sempre la vita. «Costanza ruppe il suo silenzio. Era pallidissima e tremava dal freddo. «Idda ce l’ha il manto?» domandò, indicando la finestra. Una donna del seguito, straziata, accettò di scostare la tenda. Il sole di giugno entrò con la sua prepotenza feroce e splendida, mentre la massa azzurrina del vulcano si disegnava nel cielo terso.» Il 23 giugno 1222 morì così Costanza d’Aragona, coniuge di Federico II di Svevia, Imperatrice. Morì a Catania, cullata dalla dolce ombra di Idda, il vulcano-madre che tanto l’aveva affascinata, dai tempi della sua prima visita a Taormina, che andò così: «Gli occhi di Costanza sbocciarono d’emozione. «Idda...» sussurrò. Di fronte a lei, il vulcano donava se stesso in forma di fuoco, scivolava sui propri fianchi lasciando andare nubi di vapore. E, nel farlo, borbottava con la voce di una divinità perduta.» Così la immagino, per sempre, Costanza d’Aragona. Regina, madre, donna che si lasciò incantare dalla bellezza della vita. Curiosa, decisa, forte e tenace. Un cerchio si chiude. A Palermo, di notte, così come si era aperto. «La notte era calata su Palermo, scura come il dolore del lutto. Attutiva il male più acuto, ma seguitava a tormentare con il senso di smarrimento.» *** Sonia Morganti è lei (https://www.facebook.com/soniamorgantiblog/videos/320016316067740/) e vi suggerisco di ascoltarla in quest’intervista a se stessa. È una giovane donna sempre entusiasta ed entusiasmante che sa raccontare storie travolgenti, una narratrice abile in grado di costruire splendidi castelli in aria in cui perdersi. Gentilissima, disponibile e appassionata. Grazie, Sonia: Costanza rivive nella tua scrittura, che le restituisce luce e bellezza eterna. Hai detto che quando sei stata a Palermo temevi che emergesse dal suo antico sarcofago per prenderti a sberle; io credo, piuttosto, che ti avrebbe abbracciata - al diavolo l’etichetta - in segno di gratitudine. Costanza Sicanie Regina è uno di quei libri che non dimenticherò - e quando sentirò parlare di Federico II, d’ora in poi, penserò anche, soprattutto, alla donna che gli è rimasta accanto fino al suo ultimo respiro, con garbo, delicatezza e determinazione. Una donna che sapeva cosa significa stare al mondo. Costanza, regina e moglie, compagna e amica, da oggi abita un po’ anche nel mio cuore. BLOGTOUR 21 Luglio: Chi era Costanza, a cura di The reading’s love 22 Luglio: La donna dell’epoca, a cura di Vittbookbites 23 Luglio: Chi era Re Federico, a cura di Hook a Book 24 Luglio: Il contesto storico, a cura di Appunti di Zelda 27 Luglio: Palermo ieri e oggi, a cura di Biblionative 28 Luglio: Intervista all’autrice Sonia Morganti, a cura di The mad otter 30 Luglio: Recensione su tutti i blog Evento organizzato dal blog Il mondo di sopra: www.ilmondodisopra.it
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