Grazie a Federica di Appunti di Zelda per aver organizzato questo evento, e grazie alla casa editrice per la copia cartacea del libro. C’è una vita prima. E una vita dopo. L’evento cerniera, in mezzo, che agita il placido fiume degli avvenimenti ordinari narrati in questo libro, è una scomparsa. Personalmente, non riuscivo a capire perchè Jackson avesse voluto andarsene. Voglio dire, i nostri genitori erano molto gentili. Sulla scala degli scocciatori, si posizionavano al livello tre su dieci. E mamma e papà erano bravi a cucinare. Avevamo ognuno la propria stanza. La nostra libertà cresceva ogni anno. Avevamo due servizi streaming. Allora perchè Jackson se n’era andato? Perchè non gli piacevamo? Perchè non eravamo abbastanza per lui? Hartley frequenta l’ultimo anno di scuola media. Ha un fratello che si chiama George e due fratelli gemelli, Heather e Jackson. Jackson, un giorno, è scappato. Ha lasciato un biglietto a casa in cui ha scritto ai suoi genitori di non preoccuparsi per lui, e poi niente, il nulla. È fuggito via. E assieme a lui è sparito il filo logico delle cose. La vita familiare è diventata un grumo di fatti monotoni e senza senso, perchè è così che vanno, i giorni di chi rimane, indietro, attonito di fronte al cielo. I genitori di Hartley sognavano per i loro due figli una vita normale. Non possono aspettare Jackson, insomma, perchè il mondo corre e ci sono altri sogni da costruire. Ma la tranquillità è un miraggio, per tutti. Per Heather soprattutto, che è la gemella di Jackson e ha perso l’altra metà del suo cuore: Siccome siamo gemelli, credevano tutti che sapessi quello che pensava. Invece no. Non l’ho mai saputo. È sempre stato diverso da me. Questo non significa che non fossimo legati. Voglio dire, siamo sempre stati insieme, anche prima che mi ricordi. Io bebè, Jackson bebè. Sentirlo respirare nella culla accanto alla mia. Sempre vicino. È questo che fa male, il fatto che ci sia uno spazio dove stava prima, dove ero sicura di trovarlo. Uno spazio che ora è vuoto. E voglio smettere di pensarci. Ne ho bisogno. Non ce la faccio a vivere così. Un respiro, due respiri. Avere un fratello è come avere l’anima divisa in due corpi, diceva qualcuno, e Heather lo spiega in queste righe che strappano il cuore. Danzare attorno alla lacuna, riempirla di vita e nuove speranze, silenziose, timide e incerte - un’impresa titanica che richiede tanto coraggio. La quotidianità di Hartley si intreccia silenziosamente con quella di una sconosciuta, g.o., che dissemina le sue bellissime cartoline in giro per la città. Sono un segno? Qual è il loro significato? Hartley accoglie g.o. nella sua vita senza essere capace di darle un volto, immaginando i suoi sogni e le sue fragilità attraverso le cartoline. Tutto qui. Un legame di carta, due vite che si incontrano, si scontrano, per un attimo-e-un-po’-di-più. Due voci lontane che si rincorrono senza sosta, due cuori sofferenti e per questo simili che imparano a conoscersi senza sapersi. Hanno un destino in comune? Del libro ho apprezzato molto la descrizione del contesto famigliare, anche se l’ho trovata un po’ inverosimile. Può una famiglia che ha perso un figlio rassegnarsi, pur lentamente, silenziosamente, all’idea di non cercarlo più… per andare avanti? Domanda difficile, temo. Io non lo so, ma immagino che per ricamare il dolore e trasformarlo in fiori e per trovare la forza di declinare nuovi futuri serva molta tenacia. Ho molto amato il disegno del filo invisibile che lega i quattro giovani fratelli: un dolcissimo esempio di amore e supporto calato in una realtà semplice fatta di gesti che tutti riconosciamo. In generale, la trama non è troppo impegnativa (sarà un bene o un male?) Ed è pertanto adatta ad un pubblico vasto (forse non troppo adulto per evitare stroncanti effetti noia). Un libro per ragazzi gradevole da sfogliare senza impegno in un largo pomeriggio d’estate, magari, ma anche d’autunno e d’inverno, per apprezzare la spontaneità di una storia tenera e cartoline bellissime (veste grafica: dieci e lode. Complimentissimi a John Martz, ma non credo di doverglieli fare io.) La trama (dal sito Rizzoli) L’ultimo anno di scuola media non è dei più facili. Soprattutto se, come Hartley Staples, devi fare i conti con un fratello scappato da casa, una famiglia sconvolta e un progetto di fine anno in cui non hai nessuna voglia di impegnarti. Un giorno, fra i libri della biblioteca, Hartley trova una cartolina fatta a mano, un collage di figure e parole firmato g.o. Presto ne scopre una seconda. E una terza. Ma chi è g.o.? E perché dissemina i suoi lavori in giro per la città? Quando ormai credeva di aver perso interesse in ogni cosa, Hartley si ritrova coinvolto in un’irresistibile caccia al tesoro. Accetta la sfida e, una cartolina dopo l’altra, compone i pezzi di una storia che sembra tanto simile alla sua e impara a conoscere una voce, quella di g.o., che chiede solo di essere ascoltata, e forse proprio da lui. L’autore Cary Fagan è uno scrittore canadese di successo. È nato e cresciuto a Toronto, dove vive tuttora con la famiglia. Le sue storie per ragazzi hanno ricevuto premi e riconoscimenti. Le cose che ho capito di te è stato inserito tra i migliori libri per ragazzi dalla New York Public Library L’estratto di lettura https://www.rizzolilibri.it/content/uploads/2020/08/12/411685/5007573-9788817146784_abstract.pdf
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