Amore, che mi hai adescato con la luce di due occhi belli, al cospetto dei quali io mi struggo, con una pelle a tratti candida come la neve, a tratti dal colore di rosa vivace, con il tuo bel modo femminile di parlare. Tanto ardo, che né mari né fiumi potrebbero spegnere quel fuoco; ma ciò non mi spiace, perchè il mio ardore mi dà una soave voluttà, che sempre più, ardendo, mi consuma. Raffaello Sanzio Raccontare le vite dei grandi è sempre un’impresa ardua. Raccontare Raffaello, un genio del nostro Rinascimento, dev’essere stata per Ernesto Anderle e Chiara Stigliani un’avventura molto interessante. Con Raffaello, una biografia illustrata lunga poco più di un centinaio di pagine e pubblicata con BeccoGiallo, i due ci consegnano un ritratto fedele (fra i ringraziamenti viene citato il biografo cinquecentesco Giorgio Vasari) e dolcissimo di un uomo poliedrico ed incredibilmente affascinante. Una lettura leggera, scorrevole ed essenziale che omaggia splendidamente il pittore nato sul finire del Quattrocento. I tratti leggeri e sognanti di Anderle si uniscono alla preziosa, attenta ricostruzione della Stigliani, abile comunicatrice, studiosa di restauro dell’arte contemporanea. E così, viaggiando nel tempo attraverso le opere del pittore, prima fra tutte la splendida Madonna di Casa Santi, emerge perfettamente la formazione umanista di un artista completo, a tutto tondo, capace di meraviglie fuori dall’ordinario. Raffaello vola nelle splendide illustrazioni, attraversa Umbria, Toscana e Lazio, costruendo il suo bagaglio artistico dipinto dopo dipinto, confrontandosi con i grandi del suo tempo. A Firenze incontra Leonardo, ritratto coi lunghi capelli mentre nella sua bottega mostra al giovane collega la bellezza mozzafiato che lo circonda. Gli si rivolge con bonaria dolcezza, chiamandolo figliolo, avvicinandolo alle tecniche di un mestiere che è poesia che si vede, ma non si sente… Raffaello impara da Leonardo «gli aspetti in sintonia con la propria sensibilità creativa, appropriandosene» ed esprime in quadri splendidamente sereni e familiari i segreti tramandati dal grande maestro. Lo studioso Tafuri definiva l’urbinate «spugna»: un eclettico dalla personalità forte, originale, un personaggio estremamente acuto ed intelligente capace di mediare fra stili diversi e di coniugare stimoli e riflessioni artistiche interessanti in un unico linguaggio, quello della bellezza. In sella ad un cavallo bianco, Raffaello giunge a Roma, dove tenta di conquistare la corte papale di Giulio II con grande «sapienza imprenditoriale, intelligenza cortigiana ed estrema ambizione». Ha venticinque anni ma è già magister, maestro, e si inserisce nel difficile ambiente romano con estrema naturalezza: era stato abituato a frequentare contesti simili sin da quando, rimasto orfano di padre, aveva vissuto presso il Palazzo Ducale di Urbino, alla corte dei grandi Montefeltro. Incontra Michelangelo, «il più grande di tutti», e si scontra con la sua personalità controversa ed estremamente spigolosa, fra una bottiglia di vino e l’altra. A contatto con la sua arte, con i suoi incredibili racconti, Raffaello impara nuove tecniche e cresce intellettualmente. È il momento della svolta: il giovane Urbinate è pronto per accogliere il gigantesco incarico offertogli dal papa, e si cimenta nella realizzazione delle Stanze Vaticane – un’opera mozzafiato, manifesto dell’arte rinascimentale, iniziata in quello che il Paolucci chiama «l’anno di svolta della storia dell’arte, il 1508». Raffaello raggiunge e supera l’impossibile, portando a termine un’impresa titanica dall’inestimabile valore artistico. Non manca spazio per una menzione speciale al Raffaello architetto, all’incarico ricevuto da Leone X di custodia e registrazione dei marmi antichi; e una sezione per «le donne di Raffaello», quelle che ha dipinto, amato, cristallizzato per l’eternità nella sua indimenticabile arte. Raffaello muore il 6 aprile 1520, cinquecento anni fa, a soli ventisette anni. Vasari ci dice che «la natura temette di morire con lui» e in effetti è vero: il cielo si riempì di nuvole scure e una crepa scosse i Palazzi Vaticani. Alla sua morte, scrive Chiara Stigliani, «Raffaello era già entrato nella leggenda, tanto che nessuno è stato così idealizzato e amato». «La sua opera, mediando tra i modelli michelangioleschi e la pittura di Leonardo, ha segnato una traccia che ha influenzato il linguaggio artistico dei secoli a venire.» Raffaello è una narrazione dinamica, mai noiosa e banale, ricca di dettagli ed excursus che rendono la biografia interessante, viva, in un racconto capace di attirare l’attenzione di grandi e piccini. Siamo di fronte ad un libricino prezioso, illustrato con amore e scritto con infinita cura. Un opuscolo tenero, morbido, armonioso, un vademecum essenziale per ricordare uno dei più grandi della nostra storia dell’arte, a cinquecento anni dalla sua scomparsa. La casa editrice BeccoGiallo è una casa editrice italiana nata nel 2005 specializzata nella produzione e nella pubblicazione di libri a fumetti. Il suo nome è un omaggio alla coraggiosa esperienza editoriale del foglio satirico antifascista “Il Becco Giallo”, che negli anni Venti del secolo scorso utilizzava il disegno – assieme all’inchiesta giornalistica scritta – per criticare e incalzare il Potere: il suo simbolo era un merlo nero, con il becco sempre aperto a voler gridare le verità che si volevano invece a quel tempo negare.
Con le sue prime pubblicazioni, dedicate ai più dolorosi fatti di cronaca italiana, come l’uccisione per mano mafiosa del giovane giornalista e attivista Peppino Impastato, o quelle dei giudici palermitani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e con la ricostruzione in chiave giornalistica di eventi che hanno scosso l’opinione pubblica e segnato per sempre la storia del nostro Paese, come le vicende di Piazza Fontana e Piazza della Loggia, La strage di Bologna e Ustica, l’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e quella del poeta e regista Pier Paolo Pasolini, o con le inchieste a fumetti legate alla storia nazionale più recente, come i fatti del G8 di Genova nel 2001, la casa editrice si è guadagnata il premio come Migliore Iniziativa Editoriale dell’anno a Lucca Comics & Games 2007 “per l’impegno, la coerenza e il coraggio dimostrato in un contesto politico e sociale dove è diventato troppo facile dimenticare.” Il libro è qui, sfogliate le prime pagine: è un dono per gli occhi. Disclaimer: il titolo mi è stato inviato come omaggio dalla casa editrice
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