A scuola si imparano tante cose sul passato e sul presente. Tu quali argomenti vorresti approfondire? Che cosa ti piacerebbe conoscere meglio? Sul libro di letture di mio fratello che frequenta la quinta elementare c’è una sezione che si chiama “Passato e presente”, si apre con questa domanda. Anche il viaggio nel passato di Nina parte da una domanda. «Mamma, ma perché soltanto tu hai un cognome diverso?» Attraverso il racconto affettuoso della sua mamma, che scorre come la più dolce delle fiabe, Nina impara a conoscere le donne della sua famiglia. C'è la bisnonna Giovanna, nata ai tempi della dittatura fascista, allegra giovane donna dai capelli castani che lottò per la liberazione del Paese con i suoi amici. Fu un cammino estremamente duro: il racconto breve e delicato della Resistenza, un sogno di luce di tanti ragazzi che volevano essere «liberi in un Paese libero» oggi è la nostra realtà.
Giovanna non poteva votare, durante la dittatura, ma alla fine della guerra, il 2 giugno 1946, la sua vita cambiò, d'un tratto e per sempre: indossò il vestito più elegante che aveva e si recò alle urne, per la prima volta, insieme a tutte le altre donne italiane. L'autrice inserisce saggiamente qui l'elenco degli articoli della nostra Costituzione, allora neonata, che fanno riferimento alle donne: 3, 29, 30, 31, 37, 48, 51, 117. L'anno dopo le elezioni la bisnonna Giovanna sposò il bisnonno Pietro, e nacque nonna Laura: una grande gioia stroncata dalla perdita del lavoro per Giovanna. Il lavoro delle donne andava tutelato secondo la carta costituzionale, ma non c'erano le leggi per farlo. Alcune donne perdevano la propria occupazione anche solo per essersi sposate. Le prime leggi di tutela delle lavoratrici madri arriveranno più tardi, nel 1950. Solo nel 1963 venne approvata un’altra legge fondamentale: quella che vieta il licenziamento per il matrimonio. «Gli anni Sessanta portano grandi e importanti cambiamenti» ma la famiglia rimane ancora patriarcale e spesso autoritaria. «La cura dei figli e il lavoro domestico erano attività interamente femminili», per le donne, altrove, c'è davvero pochissimo spazio. La situazione è asfissiante, ma nessuna ha voglia di arrendersi. Nonna Laura cresce, con i suoi occhi vispi, curiosi di conoscere il mondo. Da grande sogna di fare il magistrato, ma all’epoca non era una professione a cui le donne potevano avere accesso. Solo con la legge 66 del 1963 finalmente tutte le donne potevano essere ammesse ai pubblici uffici e a tutte le professioni, anche nella magistratura. Seguendo la splendida e semplice narrazione dei difficilissimi anni Settanta si arriva alla data di nascita di mamma Carla, il 1976. Sono anni ingarbugliati, scoppiettanti, vivaci e ricchi di conquiste essenziali. Le donne si riuniscono in piccoli gruppi, parlano, condividono esperienze e sensazioni. Non si sentono più sole. Nonna Laura manifesta assieme alle sue amiche, scende in piazza, difende gli ideali di libertà ed equità in cui crede con strenua convinzione. Fu la nascita del femminismo. Continuo a sfogliare le pagine, assorta. Io sono grande ma questo libro parla anche a me. Con la sua curiosità e la sua incredibile tenerezza, Nina mi ha coinvolta in un'avventura meravigliosa, mi ha permesso di conoscere storie di donne straordinarie e commoventi che adesso porto nel cuore. Nina nasce nel 2001, con un passato così importante alle spalle che sentire queste storie le fa «girare la testa». Le vicende personali della sua famiglia si intrecciano magicamente con quelle delle grandi donne della nostra Repubblica in una lotta tutta al femminile. Vite ed ideali senza tempo, commoventi. In appendice c'è un lungo approfondimento dei temi trattati nel racconto: il diritto di voto, la legislazione sulle donne, alcune donne pioniere in Italia nel secondo dopoguerra, violenza sessuale e molto altro. Per riflettere, bambine e bambini, ragazzi e ragazzi, sul nostro «passato importante.» Per curiosare fra le pagine di una storia che è ancora nostra e che possiamo continuare a scrivere insieme. Perchè, come scrive nella prefazione Mariella Gramaglia, giornalista femminista scomparsa nel 2014, «Dipende da noi scegliere chi ci governa, orientare lo sviluppo e la tutela dei beni comuni, distribuire la ricchezza in modo da evitare le ingiustizie. E dipende dalle ragazze e dalle donne battersi per la libertà e per una civiltà che le rispetti. Tocca farlo con gli occhi aperti e la mente sveglia.» Un inno, un invito semprevero per le ragazze e «anche per i ragazzi». Grazie alla casa editrice Sinnos. Grazie a Cecilia d'Elia e a Rachele Lo Piano per questo libro essenziale che finirà presto nelle mani di mia cugina più piccola. Per lei sarà un regalo speciale, come lo è stato per me. Non lo dimenticheremo. Il libro è qui https://www.amazon.it/Nina-i-diritti-delle-donne/dp/8876092048. Disclaimer: il titolo mi è stato inviato come omaggio dalla casa editrice
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