L'ora dei cani è una raccolta di racconti brevissimi che pullulano di voci diverse, vite diverse e destini paralleli, uniti da un elemento in comune: la compagnia di un amico a quattro zampe. Dado ha Oscar, Alberto ha Pi(n)cio, Monica ha Alleluia, Lara ha il suo padrone vegetariano, Corrado ha Diana, Beppe ha il suo Ringo, Walter ha Zero; poi ci sono Caterina con Nusca, Antonio con Argo, Concetta con Pietro il pincher antipatico. A guardarli dall'alto, il loro è un insieme multicolore. Al centro del girotondo ci sono i loro cani, che scodinzolano, abbaiano, si leccano il pelo a vicenda: è una festa. ... Perchè la vita è una festa. La bellezza di questo libro piccino sta nella capacità spontanea dell'autore di dipingere con toni genuini, semplici e sgargianti le mille sfumature del mondo che ci circonda, le pieghe più ironiche e nascoste del quotidiano. I protagonisti sono uomini e donne veri, rappresentati nelle loro contraddizioni e nel loro quotidiano oscillare: recitano le loro vite, i loro desideri, le loro frustrazioni. Sono attori bravissimi, perchè impersonano loro stessi.
L'ora dei cani è, in questo senso, una rappresentazione moderna e senza fronzoli del barocco concetto di "gran teatro del mondo", che descriveva il mondo come un grande, gigantesco, colorato palcoscenico su cui si intrecciano le storie degli attori. Questi sono attori ordinari che ci assomigliano, nelle loro peculiarità e stranezze. L'ora dei cani nasce da una riflessione dell'autore intorno al suo rapporto con il suo cane, Oreo: c'è un video molto simpatico, questo qui (https://www.youtube.com/watch?v=nKUpSVEefig) in cui Albesano compie un gesto tenerissimo: si accovaccia piano e chiama il suo Oreo, dal pelo scuro e dagli occhi buoni. In quel gesto, così quotidiano e istintivo, è racchiusa l'essenza di un legame bellissimo e naturale, sincero e schietto, che possono capire due categorie di persone: chi ha amato un cane e chi ha letto questo bel libro, che tanto sa dirci sulla bellezza di avere un animale con cui condividere l'ora dei cani. Link per l'acquisto: https://bookabook.it/libri/lora-dei-cani/ Video promozionale dell'autore - https://www.youtube.com/watch?v=OZ8GIc_VOIM Trama. Verso sera, all’incirca alle diciannove, alla fine della giornata di lavoro, e poi ancora dopo cena, un po’ sul tardi, quando sono terminati i programmi televisivi di prima serata, quella è l’ora dei cani. Il momento in cui i padroni portano il loro animale al parco per fargli fare i bisogni e per lasciarlo libero di correre dopo che è rimasto chiuso in casa, forse da solo, tutto il giorno. È anche l’ora dei loro padroni, perché quella di portare fuori il cane è la scusa per fare un po’ di movimento e per incontrare altre persone, con le quali si è stretta amicizia, e fare due parole. Basta prendere un parco di una qualunque città e lì, due volte al giorno, prima di cena e prima di andare a dormire, si svolge una rappresentazione teatrale. Il palcoscenico sono quelle quattro aiuole che chiamare parco è un po’ pomposo. Ma c’è l’erba, ci sono le piante, ci stanno le panchine… Sicuramente per i cani e per i loro padroni quello è il parco, anche se sono solo un centinaio di metri salvati dal cemento e circondati da strade trafficate. Verso le diciannove inizia a presentarsi qualche attore. A dire il vero qualcuno è già arrivato prima, perché aveva poi fretta di andare a casa a mettere su qualcosa per cena. Ma noi consideriamo le diciannove come inizio dello spettacolo. Ognuno dei personaggi principali è costituito da due attori: un padrone e un cane, che di rappresentazione in rappresentazione non cambiano mai. Recitano le loro vite, i loro desideri, le loro frustrazioni. Sono attori bravissimi, perché impersonano se stessi. Andiamo anche noi una sera qualunque in questo parco e assistiamo a una rappresentazione di questo spettacolo che si chiama vita. L'autore, Sergio Albesano, è giornalista, storico e scrittore. È nato nel 1958 a Novara. Ha pubblicato i libri Fra le rovine di me stesso (1983), Storia dell’obiezione di coscienza in Italia (1992), Le vie del male (2001), Genesi (2011). Ha curato inoltre l’opera collettiva Le periferie della memoria (1999). Collabora con alcune riviste. La scrittura di questo libro, dedicato al rapporto fra umani e cani, gli è stato ispirato dal suo cane, che si chiama Oreo. Ringrazio la casa editrice per la copia omaggio del libro.
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