Prima di raccontarvi questo libro devo raccontarvi una storia. E non so se si faccia proprio così, con le recensioni, chè alle elementari mi hanno insegnato che bisogna essere oggettivi e bla bla bla… ma per una sentimentale come me queste regole non hanno senso. E quindi io ve la racconto. Qualche anno fa, uno o forse due (alle medie, sigh) ci è stato proposto un progetto sulle pari opportunità. Siamo stati seguiti da una giornalista che ha cercato di sviluppare il tema del progetto in maniera ‘orizzontale’, attraversando periodi storici diversi, in un viaggio alla scoperta di voci di donne straordinarie. E così abbiamo parlato di Suffragette ma anche di femministe dei tempi nostri, forti, tenaci e resilienti. Ricordo di aver condiviso con il resto della classe un bellissimo discorso di Emma Watson alle Nazioni Unite, «Più ho parlato di femminismo e più mi sono resa conto che troppo spesso battersi per i diritti delle donne era diventato sinonimo di odiare gli uomini. Se c’è una cosa che so con certezza è che questo deve finire. Per la cronaca, il femminismo per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità: è la teoria dell’uguaglianza tra i sessi – politica, economica e sociale». La tutor era entusiasta, la mia insegnante anche. Io quel discorso lo porto nel cuore, perchè lo condivido e perchè è stato uno dei primi tasselli della mia formazione culturale. Nell’ambito dello stesso progetto ci siamo dedicati all’approfondimento delle biografie di alcune donne famose - da Malala ad Angela Davis, passando per Franca Viola e Nellie Bly. Ci furono distribuite un po’ di fotocopie che custodisco tutt’ora gelosamente nel mio cassetto dei materiali «da non dimenticare» accumulati negli anni. E mentre riordinavo la stanza, l’altro giorno, sono riemerse: un tuffo al cuore. Persa nel mondo del web, nel tentativo di risalire al titolo del libro che le raccoglieva, sono atterrata nel catalogo Sinnos. Ed era lì, Cattive ragazze, le mie cattive ragazze, quelle che mi hanno aperto gli occhi, tanti anni fa. Le loro storie brillanti e colorate di lotta, stupore, delusioni, coraggio e tenacia, quelle storie che abbiamo studiato e dalle quali ci siamo lasciati affascinare, ragazzini curiosi. Cattive ragazze è una graphic novel sceneggiata da Assia Petricelli e illustrata da Sergio Riccardi. Ci presenta le vite di «quindici donne audaci e creative», che poi sarebbero loro
Sono donne fra loro molto diverse, vissute in epoche a volte molto lontane, unite da un filo rosso speciale. Ognuna di loro era animata da una grande passione, uno straordinario amore per la vita e per il mondo, un desiderio di cambiarlo, questo mondo, senza vestirsi da eroine. Non c’è spazio per scudi da Wonder Woman fra queste pagine in cui nulla è edulcorato e tutto è vero, e ogni storia emerge con il suo straordinario bagaglio di lezioni di vita preziose. Com’è scritto nella bella prefazione a cura di Cecilia d’Elia, da sempre in prima linea per i diritti delle donne, «C’è un patrimonio di esperienze, di cultura, di racconti a cui attingere» per emozionarci e sperare ancora, e per ricordarci che i diritti di cui godiamo oggi sono il frutto delle lotte di chi ha colorato le pagine della nostra storia con idee nuove, vivaci, frizzanti. Io mi sono imbattuta in Cattive ragazze a scuola, e sono stata fortunata perchè ho potuto iniziare a disegnare i contorni di un percorso di crescita ancora lungo, affascinante, denso ed interessante che ha lasciato il segno. Con un progetto che trae nome dal titolo del libro, l’editrice Della Passarelli ha portato le storie di Assia Petricelli in giro per l’Italia. «Lavorare con dei quindicenni e degli uomini adulti sulle questioni di parità di genere non è la cosa più semplice del mondo. Eppure ho assistito a scambi profondi, non banali, attenti. Una giovane di origine albanese, Matilde, nata in Italia e con una proprietà di analisi e di linguaggio notevoli per la sua età, insieme ad un detenuto hanno aperto la discussione. Partendo da Claude Cahun, per arrivare alle responsabilità di ciascuno di noi e a quelle delle donne. Quanto sono condizionate e quanto sono responsabili se alcune cose continuano a non cambiare? E poi Hedy Lamarr e gli stereotipi sulla bellezza femminile, il coraggio di Franca Viola e della sua famiglia, il rispetto di Pierre Curie per la ricerca di sua moglie (che chiede a suo padre di badare alla figlia piccola perchè lei potesse proseguire il lavoro).» Le parole dell’editrice, seppure siano un po’ datate, fanno emergere gli aspetti più sorprendenti della possibilità di creare un dibattito stimolante, arricchente, «La Storia e le storie. Domani andiamo avanti, lavoreranno insieme per descrivere e scrivere il non detto di alcuni passaggi del fumetto o le storie di nuove donne, che non conosciamo. Tutto è partito da un libro. Direi che non è poco.» Tutto è partito da un libro. Tutto può partire da un libro, che è un dono prezioso, perchè «fa sentire più ricche e più ricchi sapere che altre hanno aperto porte e abbattuto barriere anche per noi, che non bisogna ricominciare daccapo», scrive Cecilia D’Elia nella prefazione. Nel 2014, quel libro ha ricevuto il Premio Andersen per la categoria Miglior libro a Fumetti. La motivazione è qui riportata, Per un libro che coniuga perfettamente la struttura narrativa del fumetto con i registri della biografia. Per una narrazione che, scegliendo di raccontare un universo femminile, va oltre stereotipi e questioni di genere e, con un approccio accattivante e incisivo, invita alla riflessione, emozionando e coinvolgendo. Cattive Ragazze racconta la libertà nascosta nelle storie di quelle donne che hanno scelto di mettersi in cammino e di disegnare orizzonti nuovi da raggiungere. E se è vero che «se non ne hai paura, la libertà è contagiosa», allora forse c’è da augurarci che questo libro raggiunga i cuori di tanti, grandi e piccini. Per cambiare le cose, davvero. [Grazie alla casa editrice per avermi mandato una copia di questo libro. E, permettetemi, grazie alla mia insegnante di "quei tempi" per avermi coinvolta in quel progetto: non lo dimenticherò mai. «Si cresce solo se sognati», si cresce solo se si vola con la mente in tempi lontani, spinti a conoscere da vicino chi ha lottato per noi. Si cresce se si è liberi di conoscere, formarsi, curiosi e vispi, immersi nel mondo. Nella speranza che tanti ragazzi possano ritrovarsi questo libro fra le mani, per pensare e sognare, in cammino verso il futuro che verrà. Sarà migliore solo se lo vorremo davvero]. CATTIVE RAGAZZE. 15 STORIE DI DONNE AUDACI E CREATIVE di Assia Petricelli (testo) e Sergio Riccardi (immagini) Sinnos Editore di Assia Petricelli e Sergio Riccardi pp. 96 f.to 16,5×23,5 A COLORI Premio Andersen miglior libro a fumetti 2014 (Nuova Edizione 2017) Grazie al font “Leggimi Graphic” il libro è pensato anche per chi ha problemi di dislessia o difficoltà di lettura: il font utilizzato, di cui la casa editrice detiene il copyright, è progettato per facilitare la lettura.
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