Siamo nel 1885, a Pittsburgh. Elizabeth Jane Cochrane è una giovane donna, tutti in famiglia la chiamano Pink. È nata ventuno anni prima nel villaggio di Cochran’s Mills, in Pennsylvania, ed è presto rimasta orfana di suo padre, un ricchissimo proprietario terriero (il suo cognome aveva persino dato il nome all’intero villaggio). (1) Alla morte del padre, Elizabeth e sua madre sono state costrette a scrivere un nuovo inizio. Sua madre si è risposata con un uomo molto violento, mentre Elizabeth ha frequentato per un po’ di tempo una scuola che ha poi dovuto abbandonare. Si ritrova adesso senza denaro, senza un padre e senza aspettative. E senza un futuro. (2) In una caotica serata famigliare, Elizabeth si imbatte in un articolo del giornale locale Dispatch,
In un articolo intitolato «A cosa servono le ragazze» il Quieto Osservatore aveva sostenuto la solita storia, scagliandosi contro «quelle femmine irrequiete, insoddisfatte, che credono di essere fuori dal loro mondo e vanno in giro a far preoccupare tutti senza aiutarli a ritrovarle... sempre pronte a fare le difficili per cose da nulla… la donna dovrebbe fare della propria casa un angolo di paradiso, recitando lei stessa il ruolo dell’angelo.» Il Quieto Osservatore ha un nome: è Erasmus Wilson, uno dei più famosi editorialisti di Pittsburgh, padre di famiglia che non sa ‘cosa farsene delle sue cinque figlie’. Il suo è un articolo molto duro, inaspettato e tagliente. Discriminante, disgustoso. Oggi queste parole fanno accapponare la pelle, allora erano tollerabili per molte donne che sceglievano, piuttosto, di abbassare lo sguardo e chinare il capo. Però qualcosa, a Pittsburgh, nel 1885, sta cambiando. Le donne non ci stanno più, e decidono di alzare la voce. Al giornale piovono lettere di protesta. Una in particolare, firmata Little Orphan Girl, colpisce George Madden, direttore del giornale, per la sua forza e intelligenza, Al Quieto Osservatore, ho letto con interesse le vostre ultime osservazioni e i consigli per le ragazze americane e soprattutto per quelle di Pittsburgh. Non dubito che questi siano i vostri veri e imparziali pensieri, ma forse ci sono degli aspetti della vita femminile che avete trascurato nei vostri studi. (…) Se Voi guardaste nel profondo della sua vita, trovereste meno motivi per rimproverarla e più per ammirarla. È Elizabeth a scrivere, è lei la piccola orfanella. Ecco, le rivoluzioni partono sempre da un gesto, uno solo, isolato e apparentemente insignificante. Elizabeth ha trovato, semplicemente, il coraggio di dire no, in un attimo d’impeto. Ha trovato la forza di ribellarsi contro un sistema patriarcale offensivo e denigrante facendo sentire la sua voce, forte e chiara, polemica, pungente, fuori dall’ordinario. Una donna per tutte le donne, per cambiare davvero la realtà. Certo che quella lettera sia stata scritta da un uomo, Madden pubblica subito un annuncio sul giornale proponendogli un lavoro. Alla vista di Elizabeth, l’intera redazione del giornale è in difficoltà. C’è chi smette di battere a macchina, chi scatta in piedi, il vociare s’interrompe. Madden è scosso, ma mantiene grande professionalità e accetta di parlare con la giovane. Un colloquio fitto, denso e produttivo. Un nuovo inaspettato inizio. Parlate a nome di tutte le ragazze come voi, le propone il direttore, in questo momento non hanno una voce, ma voi potete dargliela almeno per un giorno, in una rubrica. Vi pagherò, ovviamente. E ancora, non ha paura di appoggiarla nella sua nuova impresa, perchè pensa che Elizabeth abbia qualcosa da dire. Elizabeth è piena di sorpresa, contentezza, ansia e riluttanza. vuole, nell’ordine, urlare, ballare e nascondersi. La reazione dolce e spontanea di una bambina che si affaccia al mondo e trova la tenacia necessaria per fare la sua parte. Il suo primo articolo è sul divorzio: si firma Nellie Bly. O meglio, Madden decide che debba firmarsi così. Chi diavolo è Nellie Bly? Chiede furiosa al suo titolare. Avevate bisogno di un nome nuovo e io non avevo molto tempo. Benji, uno dei nostri fattorini, è entrato fischiettando ‘Nellie Bly’, la canzone. Elizabeth accetta il compromesso: sa che Madden ha a cuore la sua storia, perchè continua a ripeterle, Io voglio che Nellie Bly diventi una giornalista. Vi manderò a documentare delle storie. È proprio questo l’inizio della grande, emozionante storia che Blixt racconta con fresca leggerezza e a ritmo sostenuto. Le pagine si rincorrono veloci e disegnano i contorni di una vita fuori dal comune, le vicende di una ragazza coraggiosa che si getta a capofitto in un’avventura oscura, per disegnare un mondo nuovo e per dar voce a chi una voce non ce l’ha. Come tante sue coetanee, Nellie non ha ricevuto un’istruzione adeguata, ma ha tanto cuore e tanto coraggio, e questo le basta per conquistarsi molte soddisfazioni. È una ragazza intelligente e brillante che sa stare al mondo e vuole scoprirlo nelle sue sfumature più intense e contraddittorie: parla nella sua rubrica di operaie sfruttate, di lavoro minorile, senza paura di denunciare, a testa alta, quello che non va nella bolla che la circonda. Scrive inchieste argute e brillanti, facendo esperienza di ciò che scrive in prima linea, a fianco dei dimenticati. Ascolta altre donne, con pazienza ed empatia, sposa le loro cause, le asseconda nelle loro lotte, Si rivelò essere una fabbrica di sigari, dove le ragazze usavano le loro mani minute per impacchettare e confezionare il tabacco in involucri di carta ben stretti affinché gli uomini li consumassero nei club in cui alle donne era vietato addirittura entrare. Dodici ore, ogni giorno, circondate da tabacco. «La cosa peggiore è che quell’odore non ti abbandona mai. Si insinua nei capelli e tutti pensano che io fumi. E se non stai attenta ti macchi le dita.» Molto presto Nellie diventa famosa a Pittsburgh, ma insieme alla fama arrivano le prime difficoltà. Il mondo degli affari e dell’industria minaccia di non finanziare più il giornale se le inchieste continuano. A Nellie vengono affidati articoli su giardinaggio e moda, finché non convince Madden a inviarla come corrispondente in Messico. Fra 1886 e 1887 racconta le storie di povertà e di corruzione del paese. Presto verrà cacciata dal governo messicano e si rifugerà a New York, dove diviene famosissima per essere pioniera del giornalismo investicativo. La sua prima, famosissima inchiesta riguarda gli istituti psichiatrici. Nellie si finge mentalmente disturbata e riesce a farsi ricoverare per alcuni giorni nel manicomio femminile di Blackwell’s Island. In Dieci giorni in Manicomio, Nellie racconta senza filtri di come le donne internate subissero soprusi e violenze. Una narrazione dolorosa, terribilmente veritiera, un pugno allo stomaco che non si dimentica facilmente. Ma anche una straordinaria impresa professionale, emblema di una grandissima dedizione. E fu così che entrai in un manicomio. Un lungo corridoio senza tappeti si estendeva alla mia destra. Dava l’impressione di essere stato strofinato con talmente tanta energia da aver superato lo stadio di semplice pulizia fino a essere consunto. Attraversai una porta massiccia e mi ritrovai in un ampio atrio arredato solo con panche e sedie di vimini che avevano visto giorni migliori. In fondo alla stanza c’erano dei pesanti portali di ferro chiusi con un lucchetto, mentre lungo le pareti laterali delle porte conducevano alle camere da letto. L’infermiera Ball rientrò dalla sua pausa e disse a noi quattro di riunirci a un tavolo libero con una panca davanti. Un attimo dopo tirò fuori un vassoio di latta con del manzo gelato che era stato bollito talmente a lungo che si sfilacciava. La patata solitaria che accompagnava ogni pezzo di carne poteva benissimo non essere mai stata cotta. Per quanto fossi affamata, esitai. Mary sorrise e mi portò un piatto. Quando mi fu vicina, disse: «C’hai mica delle monetine, cara?» Battei le palpebre, sorpresa. «Cosa?» «Monete. Se le prenderanno comunque tutte, cara, quindi tanto vale darle a me.» Ebbi un colpo al cuore. Presi il piatto di latta senza alcuna gioia. «Questo vassoio va bene per un cane, non per una signora.» Il freddo qui dentro è insopportabile.» Rimasi stupita quando fu la signorina Ball a rimproverarmi, nonostante il suo tono fosse gentile. «Cara, ti è andata bene che ti abbiamo accolto. Non ti aspetterai mica cuscini di piume e un bel caminetto acceso? Il libro di Blixt si ferma all’inchiesta sul manicomio, ma la vita di Nellie continua. Raggiunge l’apice del suo successo nel 1889, quando chiede al suo direttore, Pulitzer, di finanziarle il giro del mondo in settantacinque giorni. La sua carriera giornalistica continuerà fra pause varie anche durante la Prima Guerra Mondiale, quando Nellie scrive per il New York Evening Journal sul fronte austriaco, raccontando i corpi spappolati, i volti terrorizzati con grandi occhi infossati che la seguono ovunque sotto un’artiglieria incalzante e ossessiva. Quella di Nellie è stata una vita lunga, densa, avventurosa, fatta di scelte straordinariamente coraggiose, di solchi tracciati in terre prima d’allora battute da nessuno. A cosa servono le ragazze racconta la sua storia restituendocela in tutta la sua inestimabile, straordinaria bellezza, per ricordarci quanta meraviglia c’è nelle anime belle che sanno prendere il mondo per mano e condurlo verso un futuro più giusto. Nellie Bly, una donna per le donne. Blixt ci consegna un romanzo appassionato, dipingendo una grande donna animata da meravigliose passioni. Un regalo meraviglioso per chiunque abbia a cuore la questione femminista e le pari opportunità, per sognare in grande e ricordare le lotte tenaci di chi ha contribuito a costruire il mondo in cui viviamo. Grazie all’Ufficio Stampa della casa editrice per avermi fornito una copia digitale del libro, e grazie per averlo pubblicato. È un libro che sa donarsi, perchè Nellie ha saputo donarsi. Informazioni sul libro Costo: 17,90€ Copertina flessibile Pag: 558 Traduttori: Federico Ghirardi, Paola Licci, Camilla Barichello, Marzia Vradini Scusa ISBN: 9788885516403 Collana: MILLENNIUM Sull’autore vive a Chicago, negli Stati Uniti, con la sua famiglia, ed è un celebre attore Shakesperiano oltre a essere un autore che ha venduto decine di migliaia di copie pubblicando svariati romanzi in tutto il mondo. Con La Corte Editore ha già pubblicato Il Cavaliere della profezia di Dante, con cui ha ottenuto un ottimo successo. Trama A cosa servono le ragazze è un romanzo che racconta la vera storia di Nellie Bly, la prima giornalista investigativa al mondo, la donna che ha contribuito a rivoluzionare la condizione sociale femminile. La storia inizia nel 1885, quando Elisabeth Cochrane, una mattina, leggendo il “Dispatch”, rimane colpita da un articolo che tratta del ruolo delle donne, viste esclusivamente come perfette padrone di casa e madri di famiglia. Elisabeth s’infuria e decide di scrivere a sua volta al giornale. La sua voce è forte, totalmente nuova, polemica: e questo non può che piacere al direttore del giornale che, in maniera del tutto inaspettata, le propone un lavoro come giornalista. Nellie Bly sarà il nome con cui inizierà a firmare i suoi articoli diventando una vera icona del femminismo, che si batte contro l’industria dominata dagli uomini, riportando storie che nessun altro vuole raccontare. Non si accontenta di scrivere, ma con una passione e determinazione dirompenti, si cala nei ruoli più diversi per vivere sulla propria pelle e documentare le situazioni e le condizioni delle donne lavoratrici del suo tempo. Fingendosi pazza, arriverà addirittura a entrare nel manicomio di Blackwell’s Island, rimanendoci per dieci lunghi giorni. Spogliata, drogata, picchiata, dovrà sopportare dieci notti di terrore e rivivere i giorni più bui della sua infanzia, per riuscire poi a fuggire e raccontare al mondo la sua storia. Link al sito http://www.lacorteditore.it/prodotto/a-cosa-servono-le-ragazze-lincredibile-storia-vera-di-nellie-bly-david-blixt/ Fonti esterne 1 http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/nellie-bly/ 2 Lady Travellers - Elizabeth Jane Cochran, detta Nellie Bly su RAI SCUOLA http://www.raiscuola.rai.it/articoli/lady-travellers-elizabeth-jane-cochran-detta-nellie-bly/35972/default.aspx 3 Indomite - E2 - Nellie Bly - Video - RaiPlay https://www.raiplay.it/video/2020/03/indomite-s1e2-nellie-bly-e737c7b5-6cf3-4115-ba07-22b2c823362c.html L’inchiesta riguardante il manicomio di Blackwell è raccolta nel libro «Dieci giorni in manicomio». Nel 1887, la reporter Nellie Bly, fingendosi una rifugiata afflitta da paranoia, si fece rinchiudere nel manicomio dell'isola Blackwell, allo scopo di scoprire le condizioni di vita delle donne ricoverate. "Battevo i denti e tremavo, il corpo livido per il freddo che attanagliava le mie membra. All'improvviso, tre secchi di acqua gelida mi furono versati sulla testa, tanto che ne ebbi gli occhi, la bocca e le narici invase. Quando, scossa da tremiti incontrollabili, pensavo che sarei affogata, mi trascinarono fuori dalla vasca. Fu in quel momento che mi sentii realmente prossima alla follia". Nel suo reportage, Nellie Bly racconta i soprusi e le violenze che le pazienti subivano per opera di crudeli infermiere e medici poco capaci.
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