È il 1985. Siamo a Stezzano, un paese in provincia di Bergamo. Anita e la sua famiglia, composta dai genitori e dal fratellino Filippo, si sono appena trasferiti qui. Hanno abbandonato la loro terra del sud per ricominciare. Papà aveva scelto una villetta a schiera, una di quelle villette di nuova costruzione, appena fuori dal paese. Ci eravamo trasferiti durante l’inverno. Per Anita il trasferimento è un boccone amaro da buttar giù: non vuole dimenticare la sua terra e la sua famiglia, il suo mare, suo nonno e le sue rose. È una ragazzina curiosa dagli occhi vispi e spalancati sul mondo. Sta imparando a fare i conti con il suo corpo, e ben presto capisce che le sta un po’ stretto. Odia essere una bambina, e invidia suo fratello perchè gli è concesso di comportarsi da maschio.
Il mondo di Filippo era un mondo fatto di scarpe confortevoli, grembiuli corti per correre comodi, di giochi all’aria aperta. E il mio, il mio mondo – quello delle femmine – invece era un mondo scomodo – di scarpe strette, di biciclette solo per strade lisce, di giochi da fare in casa, possibilmente sedute e senza sudare. Il tormento relativo all’identità di genere è uno dei tanti crucci di Anita - la bambina è costretta a trascinare un altro terribile macigno: sua mamma soffre di un’importante malattia mentale, ed è assente per una buona parte della storia, occupata a fronteggiare i demoni che le divorano il cuore. “I contadini mettono una rosa davanti ad ogni filare per fare la guardia alla vigna. Quando arriva la peronospera, la rosa se ne accorge prima di tutti e dà l’allarme.” […] Quando ci aveva salutato, la macchina piena di bagagli, mi aveva messo in mano un sacchetto con dei semi di rosa. “Tu prova – aveva detto – magari funziona anche per il resto”. Anita si sente sola: e spesso cerca rifugio fra le braccia del papà, sempre morbide e calde, pronte ad accoglierla e a farla sentire amata (dolcissime le tavole che immortalano questi momenti familiari.) Le cose cambiano quando incontra Tina che, come lei, odia doversi comportare da femmina. Le due bambine fanno subito amicizia, la sintonia è straordinaria: condividono gli stessi pensieri, gli stessi desideri, lo stesso sogno di essere semplicemente se stesse, libere da etichette e terribili pregiudizi. Nel giorno in cui mia madre mi aveva svegliato con in mano un paio di forbici e l’avevo vista ballare con le scarpe spaiate in mezzo alla neve che piano già si scioglieva, Tina era venuta a salvarmi. Era la rosa della mia vigna. Nel frattempo Anita e Tina incontrano Elena, una bambina che ha perso i suoi genitori e che soffre di un soffio al cuore. Fragile e bellissima, Elena vive con la nonna che è molto protettiva nei suoi confronti. Insieme alle sue amiche Anita si sente invincibile, animata dalla tenerezza bambina di chi vive l’amicizia con entusiasmo. Con loro decide di costruire una piccola zattera, simbolo del desiderio che le lega, come un filo invisibile: fuggire dall’incomprensibile realtà macchinosa degli adulti. Qui c'è tutto il mondo, ma tutto il mondo basta per realizzare mille sogni e liberarsi della paura? E se fosse quel mondo, tutto quel mondo, a terrorizzare i nostri desideri? Questo libro è l'incantevole storia di un’amicizia e di emozioni. Storia densa, vera, che sviluppa in dialoghi semplici, essenziali, temi delicati come quello dell’identità di genere e della sanità mentale. È una fiaba al contrario, la storia di un'infanzia negata, di una ricerca, di un cammino, di un coraggioso desiderio di futuro. Cristiana Alicata scrive un graphic novel di formazione al femminile (e per questo si inserisce benissimo nella collana Ariel di Tunué) che coinvolge una bambina alla ricerca della sua identità e del suo posto nel mondo. Delicata, potentissima, dolcissima e un po’ malinconica, disegnata con i colori più belli che Filippo Paris potesse inventarsi. Un'esperienza lettura da non perdere. Gli autori Cristina Alicata nasce nel 1976, è ingegnere meccanico, ora manager nel settore food. È al suo esordio nel mondo del graphic novel dopo aver pubblicato diversi romanzi: Quattro (Il Dito e La Luna, 2006), Verrai a trovarmi d’inverno (Hacca, 2011), Ho dormito con te tutta la notte (Hacca, 2014). Filippo Paris ha lavorato nel settore pubblico e nel privato come architetto; come scenografo, per il teatro e per emittenti televisive estere (Al Jazeera). Docente di liceo artistico a Roma è al suo esordio nel mondo del graphic novel. Il suo blog: https://effeppifactory.it Link per l’acquisto https://www.tunue.com/product/qui-ce-tutto-il-mondo-cristina-alicata-e-filippo-paris/ Link al blog Tunué https://www.tunue.com/qui-ce-tutto-il-mondo-un-delicato-graphic-che-profuma-di-liberta/ [Grazie alla casa editrice per la copia del libro]
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