RP del libro Costanza Sicanie Regina di Sonia Morganti
«Era stata sposa, madre, guida, complice, consigliera, governatrice, amica. Era stata una donna in tutte le sue sfumature. Lei era Idda, la terra sempre generosa, potente e salda, in ogni sua stagione.» C’è, quindi, da qualche parte, Idda, lei, il vulcano che domina un’isola accogliente, madre terra, terra madre, la Sicilia. Un re, una regina, un’esercito. Dame di corte, papi e messaggeri. Mani aperte che elargiscono benedizioni. Una città «dalla bellezza sfrontata e deliziosa», indimenticabile panorama, un mare che splende coi suoi «riflessi smeraldini». Profumi e colori che incantano, dolci, lenti. Costanza Sicanie Regina è una danza trobadorica, melodia perduta e ritrovata, un girotondo di personaggi appartenuti ad un tempo lontano che si materializzano come d’incanto fra le pagine. Descritti con puntigliosa attenzione nei minimi particolari, gli uomini e le donne del Duecento emergono con grazia in un girotondo di anime vivaci dal primo all’ultimo rigo, avvolgendo il lettore-viaggiatore in un abbraccio incantato che profuma di «cannella e di zagara», il fiore degli agrumi, figli di quella terra generosa.
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Review Party per Factory, Tim Bruno ed. Rizzoli
Factory è un libro insolito. Un libro che non ti aspetti, decisamente, da cui ti lasci stupire, perchè non c’è niente da fare, ti prende il cuore, anche e soprattutto se tenti di opporre resistenza. Non lasciatevi dunque ingannare dalla copertina o dall’età consigliata: Tim Bruno ha scritto una storia adatta a tutti, 0-99+, capace di rapirvi per qualche ora e di stimolare riflessioni argute e profonde. Ernest ha dieci anni, vive con sua nonna e la governante Germaine. Ha una vita metodica, noiosa, scandita da ritmi lenti che non dovrebbero appartenere ad un bambino della sua età: conta persino il numero di scalini da salire per arrivare alla porta di casa, ogni volta che torna da scuola.
Nel silenzio delle sue giornate grigie e insapori, tutte uguali, irrompe Victoire, una bella bambina dagli occhi grandi, vispi, e dai capelli rossi. Viene da una famiglia caotica e numerosa, tredici fratelli e mille sogni condivisi. Victoire è un tornado, e non ci mette molto a travolgere Ernest con la sua straordinaria vivacità: lo trascina in avventure incredibili e rumorose, e lungo il tragitto lo ricopre di domande. Poi, all'improvviso, una domanda, una sola, «Ma tu ce li hai, i genitori?» A scuola si imparano tante cose sul passato e sul presente. Tu quali argomenti vorresti approfondire? Che cosa ti piacerebbe conoscere meglio?
Sul libro di letture di mio fratello che frequenta la quinta elementare c’è una sezione che si chiama “Passato e presente”, si apre con questa domanda. Anche il viaggio nel passato di Nina parte da una domanda. «Mamma, ma perché soltanto tu hai un cognome diverso?» «Mi chiedo in questi momenti di sconforto, se sia valsa la pena di vivere, e in alcuni casi di morire, per un Paese che sguazza sempre nell’imbroglio e nel complotto, e, anziché scegliere il meglio delle radici cristiane e socialiste, laiche e liberali della Resistenza e della Costituente, continua a mettere insieme il peggio del clericalismo, del post-comunismo e della massoneria, il peggio di Arlecchino e Pulcinella. Il peggio del peggio, insomma, magari in nome del realismo, del bene comune, perfino del riformismo; magari in modo tale da far sembrare rimbambiti o ingenui (a seconda dell’età) quelli che lottano per un’Italia giusta e pulita, per un’Italia normale.
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